Verso lo sterminio delle persone altolocate.
Vittime di vincoli soffocanti.
Contro chi getta la prima pietra a danno di una creazione inversa.
Un lungo lavoro clandestino.
Lotta a morte tra chi se la gode e chi è oppresso.
Forme governative incarnate sulla decadenza economica.
Lezioni in prediche concernenti una cospirazione libresca.
Circoli incisi sul calice delle sofferenze.
I miei segreti....
inaccessibili per tutti coloro che vivono nella cosiddetta "società colta".
Abissi di idee per una generazione onnidistruttiva.
Quando prendi coscienza delle loro scienze artefatte.
Il rimorso d'un sorriso spinto fino alle lacrime....
anzi, di lacrime spinte fino ad un sorriso.
Sostieni l'infiltrazione del gelo.
Il marciume sta nel sesso regolamentato.
Relativo alle mani.
Affonda nel mucchio.
La sera intesa come resto.
Proprio per questo devo farlo.
Nei dubbi, l'assenza procura lavoro.
É quello che mi tocca vedere, se abbassi la voce.
Inconsuetudine intesa come piacere.
Mitigando la secchezza di una stretta di mano.
Avrei voluto esprimere un'ombra di rincrescimento.
Anzi,non occorre.
Consuetudini di chi penetra in una camera buia.
Ogni cosa rimessa al suo posto.
Anche in qusto caso, un'esagerazione.
Laboriosa, un grosso sbaglio... puntuale.
Non posso fare a meno di parlare cosí.
La porta, già aperta per andarsene.
La vostra vita per una pensione.
Non ho sonno e non conosco nessuno.
Per vedere il rientro.
L'idea di vendicarmi, premendo gli occhi stanchi.
La strada trasloca anche senza muoversi.
Ad ogni punto occupato.
Privarsi della visita di chi salta la cena.
Glacialità istantanea di chi è immerso nei suoi pensieri.
Perdere il buio, bisbigliare una preghiera.
Le introduzioni che il disordine salta sempre.
Ma è colpa mia.
I segreti, se insisti, si guardano negli occhi.
L'inchiesta, la prova dei fatti.
La libertà di una foto non si scaraventa addosso cosí.
Il filo del discorso accarezza un movimento generico.
Rappresentazione di un torto immenso.
La scena comincia veramente.
É spiacevole rievocare il tormento.
Trascinare in un angolo qualsiasi giustificazione.
La collera di chi ha intenzione di tranquillizzarsi con un colpo improvviso.
Trasalire, trovare un ostacolo, liberarsi.
Scuotere le spalle curve.
Mi scosto da un numero da interrogatorio.
Se un obbligo equivale ad una comunicazione.
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Nonostante tutto, il contenuto si riaggancia ad intervalli regolari.
Dirigersi verso i gradini di una finestra.
La vita intesa come una sua conseguenza.
Forse, tenendo in braccio alcuni pensieri.
Mani tese, fisse negli occhi.
Il mormorio vestito di nero.
Osservare piuttosto che parlare.
Interpretare il ribrezzo di una tosse convulsa.
Considerando di strapparti le braccia.
Silenzio, continuate a studiarci.
Almeno il pubblico su una buona strada.
Tenendo in pugno quello che vi riguarda poco.
Ogni misura o colore, distinti da un'esaltazione del piacere.
Faccia a faccia con la folla.
Lasciami... o mi volto di scatto.
Il coraggio di chi denuncia un'occhiata.
Quelli sono codici, noi solo caratteri.
Non c'è riparo, ti sta sempre dietro.
Innocenza di chi è stato costretto a non metterci mano.
Il silenzio di una società che devo combattere.
Un dibattito che cresce.
Rimango seduto,studiando il metodo di levarti di torno.
L'astratta ironia del destino.
Dappertutto lo stesso.
L'influsso dell'ereditarietà.
L'estremità della zona di confine posta tra malattia e sanità.
Assuefazione del vero anarchismo...
Un pugnale incastrato nel nodo scorsoio della vita.
Invito alla fulminea riflessione.
Caduta del pensiero fuori dalla propria estasi.
La vita si annienta nella misura in cui la si accresce.
Recupero incessante di un'assenza di struttura logica.
Travestire la propria perversione in pensiero.
Il puro focolaio di una coscienza assolutamente lucida.
Consolidare i pregiudizi di una struttura borghese.
Il macabro impatto di un'improvvisa assenza di abitudini.
Tristezza di chi affronta direttamente ...
l'insensibilità di una rete di comunicazioni.
Occhi dipinti da cicatrici monastiche.
L'estremizzazione di un sentimento positivo.
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