nella radura
una volta tornati sulla terraferma, quando tutto sembra tranquillo, un volo di libellule fruscianti sul canneto segna l'arrivo di Gora la serpe, antico nemico delle rane. il serpente semina il terrore nel villaggio, finchè Pauro non l'uccide.
Esce dall'acqua,
schiva le canne!
striscia, la melma che sguscia dai
bordi fangosi del letto del fiume.
Gora che arriva,
vecchia signora,
grosso serpente che l'acqua di rosso colora.
Sceglie la rana,
una ne prende,
unico pegno che gora pretende.
Gira, poi
s'avvinghierà,
mentre il fuggire delle rane
Le farà
chiocciare d'un
lamento che tu non conosci.
volano
libellule
che odorano morte nell'aria:
viene gora,
il serpente
che si nutre delle rane.
pauro, spezza
un ramo secco dalla punta aguzza
per salvare
il popolo che un tempo lo salvò.
il serpente,
che si alza come un uomo, soffia,
gonfia il collo, pauro grida:
io ti infilzerò!
spinge con forza,
le sfonda il ventre,
lei con la bocca che si difende.
Fauci che apre
la bocca spalanca,
poi s'attorciglia, si strizza, arranca.
Casca di fianco,
ora s'aggiusta,
la coda sbatte come una frusta.
Fa come per mordere,
apre la bocca,
poi sbarra gli occhi, adesso è morta.
Una rana
ha già scoperto
il nido della grossa bestia,
Tutte quante
accorrono
per festeggiare con le uova.
Tuorli schizzano
schioccando nelle bocche delle rane.
Un banchetto
che assicura
che non ci saranno eredi.
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